Il complesso monumentale della cattedrale comprende il Chiostro Paradiso, il Museo Diocesano della Basilica del Crocifisso, la Cripta e la Cattedrale di Sant’Andrea. È una testimonianza preziosa del passato di Amalfi, che negli anni d’oro della Repubblica Marinara fu punto di incrocio tra il mondo occidentale e quello orientale.
La Cattedrale di Sant’Andrea , fondata nel 987 dal duca di Amalfi Mansone I e ampliata ai primi del XIII secolo dal cardinale Pietro Capuano, ha uno schema basilicale con transetto ed abside. All’interno è un tripudio di opere d’arte: un elegante soffitto a cassettoni, tele del XVIII secolo, un crocifisso ligneo del XIII secolo, una croce di madreperla proveniente da Gerusalemme, il fonte battesimale (una vasca di porfido proveniente da un’antica villa romana), due antiche colonne di granito egizio provenienti dalla vicina Paestum che sorreggono l’arco trionfale, colonnine tortili e amboni fine secolo XII e inizio secolo XIII. Nella cripta sono conservate le reliquie di Sant’Andrea dalle quali trasuda una rugiada, la cosiddetta manna , i cui effetti sono considerati taumaturgici. Il prodigio fu documentato per la prima volta il 29 novembre 1304. Uno degli elementi di maggior pregio sono le porte in bronzo, realizzate a Costantinopoli e donate nel 1060 dal ricco mercante amalfitano Pantaleone de Comite Maurone. Fu punto d’incontro tra oriente e occidente.
La Basilica del Crocifisso, adiacente al Duomo con cui in età medievale era direttamente comunicante, prende il nome dal crocifisso ligneo Duecentesco ivi custodito, e risale al IX secolo e fu realizzata su un preesistente edificio paleocristiano. Inizialmente dedicata alla Vergine Assunta e ai sottotutelari Ss. Cosma e Damiano, presenta tre navate divise da colonne che sorreggono archi leggermente acuti sui quali è posto un matroneo. Il restauro, effettuato tra il 1931 ed il 1991, ha eliminato le sovrastrutture barocche, restituendo l’originaria architettura romanica. Attualmente la Basilica ospita il Museo d’Arte Sacra del Duomo.
Il Chiostro Paradiso fu commissionato dall’Arcivescovo Filippo Augustariccio nel 1268 come cimitero per i nobili amalfitani. È un quadriportico con archi a sesto acuto intrecciati, tipici dell’architettura arabo-normanna, poggianti su finissime colonnine binate, con sei cappelle tra cui spicca un affresco attribuito alla scuola napoletana di Giotto. Oggi conserva alcuni sarcofagi di epoca romana, uno trecentesco e i resti dell’originaria facciata del Duomo.